
Ed io l’ho fatto. Non ci ho pensato più, mi sono avviato alla pedana e ho detto allo staff: fate di me quello che vi pare. È il sacro potere dell’adrenalina, con il cuore che pompa a mille e la testa che scoppia. Dopo avermi messo l’imbragatura, mi è stato detto: salta, quando vuoi e quando ti senti pronto. A me è sembrato che passasse un secolo, poi all’improvviso ho spiccato il volo, ed in un secondo ero un proiettile nel vuoto. Dopo un attimo di pesantezza, ho sentito che la gravità cominciava a fare effetto: sono caduto ad una velocità folle, leggero come una piuma ma diretto come un mattone, mentre il vento mi colpiva ripetutamente, facendomi gonfiare la bocca come un clown. È stato in quel momento che ho realizzato di divertirmi come un pazzo, e di non aver mai provato un’esperienza così esaltante.
Poi è arrivata la risalita: quando pensavo di aver provato il massimo, l’elastico teso mi ha lanciato verso l’alto ed è stato allora che ho urlato. Non per la paura, ma per l’emozione. non potevo credere che esistessero sensazioni del genere: cadere e rimbalzare più volte, come in una di quelle giostre, ma senza sedili. Solo un elastico e tante capriole a testa in giù, con il muro della diga a farti compagnia. Vorrei incontrare quella ragazza, e dirle che mi ha cambiato la vita.
Adesso non posso più farne a meno pratico il bungee jumping in Italia: in questi due anni, quando ho potuto, ho sempre saltato. Finora sono stato al Viadotto di Valgadena, alla Grotta dei Colombi e al Ponte Colossus a Veglio-Mosso. A novembre andrò a Pescara sul Ponte di Salle, proprio dove abita il mio amico e dove ha scoperto questo meraviglioso sport estremo.